Omaggio a Philip Corso

Pubblicato da davide il

Il Col. Philip J. Corso nel 1961, in qualità di Capo della Divisione Tecnologia Straniera dell’Esercito USA, gestì i materiali alieni recuperati a Roswell, New Mexico, nel 1947, nel contesto di un progetto di retro-ingegneria che ha portato agli odierni microcircuiti integrati, fibre ottiche, laser, fibre super-tenaci.. ed ‘impiantò’ la ricaduta della tecnologia extraterrestre di Roswell nei colossi dell’industria statunitense.

“Dopo Roswell, utilizzammo tutte le nostre conoscenze scientifiche nel tentativo di costruire un disco volante come fosse un’innovazione di un prodotto preesistente, l’aeroplano; intendevamo realizzare, cioè, un’astronave terrestre. Ma non avevamo capito che la tecnologia di partenza non era la nostra; si trattava invece di una ‘Nuova Scienza’, inesistente prima, sviluppata dal nulla e che mi trovai davanti nel 1961. Di conseguenza, il nostro approccio fu errato. Avevamo ricevuto dallo spazio un oggetto radicalmente diverso dalle nostre tecnologie esistenti – un fatto di cui il mondo non è mai venuto a conoscenza – e purtroppo non siamo stati intelligenti, non siamo andati oltre l’innovazione di un ‘nostro prodotto’ ed abbiamo speso migliaia di miliardi di dollari inutilmente, caparbiamente riutilizzando le nostre vecchie attrezzature. Una scoperta che anche i Tedeschi avevano fatto, prima di essere sconfitti dagli Americani ed i Foo Fighters sono un esempio lampante dell’utilizzazione di tecnologie extraterrestri.”

 

 

In qualità di ricercatrice e scrittrice freelance, ho studiato il fenomeno ufologico sin dal 1979, quando incontrai il famoso astronomo Dr. J. Allen Hynek che mi propose di lavorare con lui. Discutevamo spesso del caso Roswell ed Allen, come altri dediti ricercatori, fra i quali Leonard Stringfield, sapeva che era un argomento estremamente delicato e velato dal segreto. Ad una ‘Convention’ Ufologica a Chicago, ricordo che un giorno Leonard Stringfield ci sottopose alcuni ‘affidavit’ (dichiarazioni giurate) di medici militari, diversi documenti e fotografie di presunti corpi alieni, sostenendo essere quelli incorsi nell’incidente di Roswell del 1947. In quel periodo rimasi impressionata dal fatto che egli portasse la sua borsa nervosamente fissata al polso con una catena. A quel tempo tutto era ancora avvolto nel mistero!

Dovevo scoprire per caso la verità soltanto nell’estate scorsa (’97), quando sono stata incaricata dal direttore editoriale di Notiziario UFO, Maurizio Baiata, di contattare e intervistare il Colonnello Philip Corso, che stava presentando il suo libro ‘The Day After Roswell’, nelle celebrazioni del 50° Anniversario del ‘Roswell Crash’ tenutesi nella cittadina omonima del New Mexico nel luglio 1997.

Il destino volle che mi fosse assegnata la camera accanto a quella del Colonnello ed egli fu così gentile da concedermi un’intervista esclusiva. Scoprii allora che quanto tutti noi avevamo sempre sospettato era fondamentalmente vero. Il mio unico rimpianto è che Hynek e Stringfield non siano più qui tra noi. ‘Il Colonnello’, come noi lo chiamiamo affettuosamente, è riuscito a fornirci il pezzo mancante di questo ‘puzzle cosmico’, ammettendo di essere stato proprio lui a occuparsi di alcuni rottami del crash di Roswell del 1947 e, cosa importante, di essere stato incaricato dal Generale Trudeau nel 1961 di distribuire quella che egli chiamava ‘tecnologia straniera’, ovvero la tecnologia desunta dai rottami dello scafo, fra le più importanti industrie americane. Gli ho sentito raccontare più volte questa storia, e per me è chiaro che il Colonnello, le cui credenziali sul suo passato militare sono impeccabili, non sembra voler modificare la sua versione dei fatti o aggiungervi qualcosa. Corso sta rivelando la verità su uno dei più importanti eventi nella storia dell’umanità, un evento che ha permesso alla tecnologia americana di fare un impensabile balzo in avanti dal 1961 al 1969, quando gli Stati Uniti furono in grado di inviare il primo uomo sulla Luna.

Dalla sua pubblicazione nel luglio del 1997, il libro ‘The Day After Roswell’ è diventato un best seller negli Stati Uniti. Sebbene possa sembrare estremamente controverso, concordo con la maggior parte degli esperti, quando definiscono la testimonianza di Corso come un documento fondamentale degli ultimi cinquanta anni di Ufologia. Egli afferma nel libro che la vera ‘guerra fredda era contro le EBE’, o contro le cosiddette entità biologiche extraterrestri e che anche i Russi ne erano a conoscenza. L’Iniziativa Strategica di Difesa o SDI di Ronald Reagan era presumibilmente un messaggio rivolto alle razze aliene per comuncare loro che gli Stati Uniti erano in possesso di una tecnologia di proiettili al plasma tale da poter annientare le loro navicelle. Secondo Corso, la SDI ha modiicato l’equilibrio del potere sulla Terra ed egli è fiero di avervi partecipato.

Ma subito dopo averlo incontrato, mi sono accorta che negli anni la sua dura scorza di militare si è notevolmente ammorbidita. Non si esprime col tono di chi ‘ha salvato il mondo’ ma ha invece na visione molto più filosofica del mistero e dell’importanza dei documenti raccolti… è affascinato dal ricordo dei referti dell’autopsia condotta all’ospedale militare di Walter Reed, in cui si riportava che l’epidermide degli alieni aveva degli atomi perfettamente allineati, come tela di ragno. Ora si interroga sulla ‘energia elettromagnetica’ e si chiede come mai il suo amico ricercatore canadese Wilbert Smith la considerasse principale componente di questa tecnologia. Mi ha detto: “abbiamo scrutato per anni le luci nel cielo notturno”. Ora dovrebbe iniziare la vera indagine scientifica su questo tema.

Sebbene vi siano stati tanti altri dettagli divulgati nel libro, l’aspetto più importante da considerare è che, grazie alla sua carriera militare impeccabile, il Colonnello Corso confessa di avere visto il corpo di un piccolo essere extraterrestre la notte del 6 luglio 1947 a Fort Riley, nel Kansas. Egli sostiene che lo schianto di Roswell determinò un reale allarme riguardo le potenziali intenzioni ostili di extraterrestri, che nel 1947 stavano attivamente controllando la zona nei dintorni del poligono di prova di White Sands, nel New Mexico, e nei pressi di altre installazioni, dove l’esercito conduceva esperimenti nucleari. Egli ammette di avere partecipato ad un progetto militare di ‘retro ingegneria’ su questa tecnologia avanzata, introducendola nell’industria americana. Nel 1961, egli ha veramente toccato con mano i rottami di Roswell che erano stati conservati in quello che fu ironicamente definito ‘archivio pazzo’. Egli è realmente informato sul coinvolgimento del Governo e dei componenti del gruppo Majestic-12 fondato dal Presidente Harry Truman, uomini che negli anni furono informati sulle astronavi e sui visitatori alieni.

Ultimo dato, il più importante: Corso è convinto della veridicità dei racconti che descrivono contatti con entità aliene da parte di gente comune, piloti militari e ricercatori nel settore, di tutto il mondo, che ritengono il fenomeno esistente ma controllato costantemente dal governo; in base ad una procedura complessiva del tutto normale e appropriata ai fini della sicurezza nazionale.

Philip Corso è oggi un uomo gentile e disponibile, ma è stato – ed è ancora oggi – una fine mente militare, un ufficiale dell’esercito sempre rispettoso del proprio dovere, che fu insignito di onorificenze al valore militare, fra cui la Croce di Guerra del Regno d’Italia, consegnatagli da Re Umberto. Nella mia intervista a Roswell, mi disse che i nipoti lo avevano pregato di far presto, di raccontare la sua storia quando ancora era in tempo, ed ha aggiunto: “Credo che i giovani possano oggi conoscere la verità e questo si deve in parte agli uomini che io ho comandato.” Il Colonnello è convinto che sarà forse questa generazione a rivolgere le domande giuste.

Tutti noi ricercatori nel campo ufologico abbiamo un desiderio in comune: conoscere la verità sul fenomeno UFO. Abbiamo sempre sospettato che ufficiali del Pentagono potessero darci alcune risposte. Mi viene ora in mente che certe rivelazioni giungono quando è arrivato per noi il momento di sapere. Forse noi, genere umano, non siamo stati finora pronti alle rivelazioni contenute in questo libro. Concordo con quanto mi ha detto il Colonnello: “dobbiamo progredire, da questo punto in poi, con la ricerca scientifica nelle materie di studio che comprendono l’energia elettromagnetica. È inutile che i ricercatori si preoccupino delle luci nel cielo notturno, quando ormai sappiamo che essi sono già atterrati”.

Per concludere, ricordo bene le ormai famose parole del mio amico e guida, Joseph Allen Hynek, che ci spronava ad indagare, mantenendo una mente aperta a tutte le possibilità. Egli affermò: “fate bene i vostri compiti”. Sono convinta che questo libro diverrà un caposaldo per tutti i ricercatori che si prefiggono ulteriori risposte agli interrogativi che il libro propone. È ora chiaro che Roswell ha cambiato il destino del nostro pianeta e dei suoi abitanti dal punto di vista sociologico oltreché tecnologico e in parte questo lo dobbiamo al coraggio del Colonnello ‘Filippo’ Philip Corso, come a lui piace farsi chiamare, un uomo che ha fatto bene il suo lavoro.

 

articolo di Paola Harris, estratto dalla prefazione al libro IL GIORNO DOPO ROSWELL

 

 

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